Caro paracadutista,
stiamo per lasciarci alle spalle il 2016. Anche quest’anno è stato caratterizzato da un intenso, proficuo lavoro da parte della nostra Sezione: importanti, nuovi traguardi sono stati raggiunti grazie all’azione continua e coordinata di una "SQUADRA", che oggi, a buon diritto e proprio alla luce di questi traguardi, può finalmente definirsi tale.
Anche se i successi non offuscano la consapevolezza che molto deve ancora essere fatto, un buon tratto di strada è stato percorso: molti meccanismi sono stati messi a punto, lubrificati e automatizzati, altri sono stati avviati e speriamo possano al più presto andare a regime.
Il risultato più evidente, solo perché immediatamente apprezzabile, è quello numerico: la sezione ha raggiunto la cifra di oltre 770 iscritti, con un trend di crescita che non ha conosciuto sosta dal 2011 a oggi. Esito ancora una volta sorprendente, conquistato grazie all’azione assidua, tenace, entusiasta di molti paracadutisti che hanno riportato a “casa” fratelli di un tempo, perduti per strada o sfiduciati nel valore costruttivo dell’Associazione. In particolare, voglio ringraziare, tra i fratelli in armi, per la loro azione paziente e continua di “ reclutamento”, Massimo e Lorenzo, e, tra i soci storici della sezione, per il loro contributo concreto, Adriano, Aldo, Marco, Mauro, Pietro e Sergio. Ognuno di essi si riconoscerà.
La creazione del nostro Gruppo sportivo ha rappresentato un primo, importante passo nella direzione della ricerca di momenti di aggregazione in grado di favorire il processo di fidelizzazione dei giovani: molti di essi si avvicinano a noi frequentando i nostri corsi ma, seppure mossi da sani ideali, non trovano nella sola (purtroppo scarsa) attività lancistica, motivazione sufficiente per restare nella nostra comunità. Un ulteriore passo in tale rotta è indubbiamente rappresentato dall’attività di addestramento a marce, zavorrate o meno, uscite in montagna con permanenza notturna in tenda, in qualsiasi periodo dell’anno compreso quello invernale, sotto la guida ed il controllo degli istruttori e di altri paracadutisti esperti. Tutto ciò ha permesso lentamente ma incessantemente, non solo di ridurre l’emorragia dei neoabilitati, ma anche di “ esportare “, senza strappi e fragori, i colori e gli emblemi della nostra specialità e della nostra Sezione e con essi l’Associazione medesima in diversi settori del tessuto sociale che, spesso ostile in maniera preconcetta, ha avuto modo di ricredersi , conoscere e valutare diversamente i valori e gli ideali propri della nostra specialità, fondanti il nostro stesso modo di essere.
Sempre di equivalente segno deve essere intesa l’iniziativa, seppure accolta con giudizi non sempre favorevoli, che ha visto l’intitolazione di un nostro corso ad un ufficiale paracadutista russo, protagonista di un atto eroico nel corso della guerra in Siria contro l’ISIS. L’inaugurazione del corso, tenuta nel centro russo di cultura e scienza, è stata ripresa dalla stampa e dalla televisione di quel Paese, e non solo: per alcuni giorni si è parlato sui media dell’ANPdI, traendola fuori dal suo ristretto ambito abituale. Questo ha aiutato la nostra comunità e, in particolare, i nostri giovani a sentirsi immersi in un tessuto pubblico più ampio, travalicante gli stessi confini nazionali, e a confrontarsi con realtà operative diverse.
Altro risultato degno di nota è la recente inaugurazione di una biblioteca, già forte di oltre 800 volumi, sapientemente catalogata e informatizzata, grazie al lavoro rigoroso e paziente, durato alcuni mesi, di un volenteroso socio. A breve, la nostra biblioteca sarà iscritta al Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN) e, perciò inserita, sebbene quale modesto contributo, nei circuiti culturali nazionali ed internazionali. La biblioteca, che intende essere strumento per la conservazione e lo sviluppo dei nostri valori, è stata dedicata alla memoria di Luigi Benedetti, consigliere della nostra sezione, che, come tutti noi ben sappiamo, tanta parte ha avuto nella rivitalizzazione della sezione stessa.
Una via è stata disegnata là dove era terra nuda, il percorso è stato iniziato e le mete prefigurate, ma il proseguo sarà certamente aspro, e, come tale, non potrà essere affrontato se non con il supporto di tutti coloro che oggi albergano la ”casa” e di quelli che in essa riusciremo a riportare, sino a farla diventare angusta per i tanti coabitanti.