Il modo più sicuro di corrompere un adolescente è di insegnargli a stimare chi la pensa allo stesso modo più di chi la pensa diversamente.
Nietzsche, Aurora 1881, 297
Più si avanza tra sorrisi ipocriti, occhi cupidi, mani interessate e più si rimane delusi a causa della mediocrità della esistenza. Ci si accorge così che a rimanere stabili sono solo le gioie infuse nei nostri cuori nel corso della gioventù quelle che ci renderanno felici o infelici per sempre.
Se nel corso della gioventù avremo imparato ad amare e a donare, ad apprezzare il cielo, la luce, la natura e ci saremo formati un cuore semplice, puro, legato ad affetti veri e naturali avremo creato i presupposti perché la vita rimanga, sino al termine di cammini sassosi e fangosi, simile al cielo che domina il pantano delle strade peggiori.
Esiste una vocazione alla felicità. La si sviluppa o la si soffoca. Se i giovani vengono indirizzati, in semplicità, verso gioie profonde ma elementari, essi procederanno nella esistenza conservando la luce della loro vita interiore. Ma se tale processo formativo viene distorto da sentimenti ed esempi iniqui, se anni di sicuro affetto e corretta guida non ne avranno fortificato la fragile felicità, allora quei giovani, nella loro vita, invece di riconoscere ed opporsi al disordine saranno essi stessi fonte di confusione.
Non essendo mai stati ancorati a questi sentimenti e pensieri, saranno in balìa delle burrasche, delle gioie torbide che li fuorvieranno rendendoli a loro volta responsabili della infelicità di altri. Dopo sarà difficile cambiare. Non si raddrizza un albero dalla corteccia ormai dura: si può al massimo, a questo punto, sfrondarlo o potarlo.
E’ nel momento in cui il giovane fotografa nel cuore e crea nella immaginazione che il nostro esempio, lo spettacolo che diamo di noi, svolgono, in positivo o in negativo, un ruolo determinante. La vita non farà che sviluppare la fotografia; gli acidi dell’esistenza fisseranno nella vita futura del giovane le immagini belle e potenti ma per questo anche fosche e rattristanti che noi avremo offerto ai loro occhi ed al loro cuore.
Ciò di cui in nostro orgoglio, la nostra avidità o - ahimé - la nostra meschinità e le nostre passioni li avranno privati, essi lo sentiranno duramente più tardi quando instabili, insoddisfatti, con l’anima fiacca, saranno battuti quali canne al vento, dalle delusioni e dalle traversie della vita. Per colpa nostra.